"Quella volta in cui sui social ti hanno scritto che fai schifo..."

Avevo il mio articolo pronto. Con tanto di foto e citazioni.

Avevo deciso di parlare di estensione vocale, e della sua più o meno determinante importanza nei vari generi musicali.

Avevo pronta, qui sul desktop del computer, una bella digressione storica su questo argomento, uno di quei paragrafi con cui sei sicuro di fare bella figura, dopo tanto tempo passato a scrivere, rileggere, cancellare e correggere.

E invece ho deciso di parlare di un argomento piuttosto spinoso, ed ho deciso di parlarne qui sul blog, scrivendo di getto tutto ciò che mi passa per la testa, errori compresi: parlo dei cosiddetti “haters” e dei loro commenti al limite della civiltà sotto i video di persone che cantano e suonano.

Conoscendo la mia tendenza ad andare completamente fuori tema, e la mia attitudine ad una certa logorrea condita di improbabili esempi e similitudini, ho deciso, in rispetto di chi deciderà di leggere queste poche(?!) righe, di attenermi allo schema che ho usato nel precedente post.

Ecco a voi le tre cose che vorrei che ogni cantante/musicista/allievo tenesse a mente davanti ad un commento spregevole.

1. Un commento offensivo, da chiunque venga mosso, non definisce mai il proprio destinatario ma, molto spesso, la dice lunga su chi sia il mittente.

E’ così: hai quindici, venti, o magari trent’anni, e tutto ciò che sai è che cantare ti fa stare bene. Casualmente, finisci per scoprire che la cosa fa star bene anche chi ti ascolta e cominci a far girare i video delle tue performance. Magari sei fortunato, sei talmente preso da questa sensazione così piacevole da non farti scalfire da quello che leggi, magari conosci i tuoi limiti e ci convivi serenamente, magari a volte provi a spingerti oltre, animato da pura curiosità.

O forse no, forse sei sempre alla ricerca di qualcosa di diverso, qualcosa di cui nemmeno sei sicuro, forse sei ancora lì, al semaforo rosso, che sbraiti come un pazzo in macchina perché il ritornello di quel brano appena passato alla radio ti sembra troppo alto, e sei talmente sicuro di essere tu quello sbagliato che non solo non ti sei accorto che stai cantando sopra ad una cover eseguita un tono e mezzo sopra l’originale ma hai anche superato il bivio per il supermercato.

E allora magari pensi a quel cretino che su internet ti ha scritto che la tua esecuzione è inascoltabile, ed è un’offesa per la musica e per le orecchie, pensi che in fondo sarà pure un cialtrone ma magari tutti i torti non li ha, che probabilmente non sei tagliato per questo.

Ricordatelo bene ogni volta che ci pensi: questi commenti sono la cosa più lontana che esista dall’obiettività, sono il semplice frutto di una vita piena di fallimenti e frustrazioni.

Fortunatamente, non la tua.

2. Una cosa è l’onestà, ben altra cosa sono le offese gratuite (e no, non siamo tutti alla ricerca di consigli non richiesti).

“Ma allora cosa dovrei fare? Mentire e riempirti di complimenti finti come fa tanta gente? Io almeno sono onesto e dico quello che penso…”

Ed eccola lì, “l’onestà intellettuale”, quelle due paroline magiche dietro alle quali sempre più persone, sui social network e non, nascondono la loro malcelata ed ingombrante maleducazione.

Questi commenti sono la versione evoluta, finto-amichevole e molto spesso molto più subdola dei semplici insulti. Chiariamo una volta per tutte questo concetto, caro amico dall’animo “sincero” che ti sporchi le mani per il mio bene, facendomi notare quanto il mio lavoro possa risultare goffo ed inappropriato davanti ai tuoi occhi di esperto del settore: non sono qui per cercare il tuo consiglio, né la tua approvazione; se un giorno mai dovessi avere bisogno di un tuo parere, credimi, sarò io stesso a chiedertelo, ben felice di ricevere i tuoi onesti, dettagliati e disinteressati pareri e consigli in forma privata, ma fino a quel momento, ti esorto a considerare l’astensione come un comportamento non solo possibile, ma anche estremamente utile.

3. Non è uno scherzo

“Ma quante storie per un commento negativo, lasciali stare, tu lo sai benissimo di valere di più”.

Tutte affermazioni più che sensate, ma permettetemi un momento di sottolineare un’ovvietà: i commenti di questo tipo sono quasi sempre pubblici, le parole di scherno nei confronti di chi ha pubblicato un contenuto di qualsiasi tipo sono sotto agli occhi di tutti.

Per ogni lunga schiera di amici, colleghi ed addetti ai lavori la cui opinione non verrà minimamente scalfita da un commento denigrante esiste una massa di persone che non ha né il tempo, né la voglia né tante volte la competenza necessaria per capire ciò che ha davanti. Fermarsi ad ascoltare e riflettere richiede una certa dose di energia e concentrazione, e per molte persone è molto più semplice decidere di farsi (più o meno consapevolmente) influenzare dai primi commenti letti sotto ad un video/foto/registrazione.
Non dimentichiamoci che chi lavora con la musica e con l'arte VIVE di questo, e per quanto possiamo far finta di niente, un commento denigrante può danneggiare l'immagine pubblica di qualcuno.

Non sottovalutate mai il vostro lavoro e la vostra arte. Non fatelo con quella degli altri.

Si campa bene lo stesso, potete fidarvi.

P.s.
In foto, la mia classica reazione ai commenti negativi
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