Back in the saddle - Lezioni Online - Considerazioni (Parte 2)

PARTE 2

Considerazioni personali e didattiche

Sembrerà una considerazione ovvia e banale, ma la prima sensazione che ho avuto non appena ho iniziato le lezioni online è che si sarebbe trattato di una modalità di studio e lavoro completamente diversa a quella a cui ero abituata, e che l’unica possibilità che avevo per cercare di uscire non solo indenne, ma possibilmente anche migliore da quest’esperienza sarebbe stata quella di evitare ogni tipo di paragone con le lezioni in presenza e ripartire (quasi) da zero.
Come tutti noi, ero abituata ad arrivare nelle scuole ed accogliere gli allievi in uno spazio “protetto”, pensato per contenere ed incentivare un rapporto di fiducia, curiosità e crescita personale, un luogo dove il giudizio è messo, volontariamente, inizialmente da parte per fare spazio all’osservazione, e dove ogni suono “strano” viene preso in considerazione come parte di un percorso, di cui mostrare al mondo esterno solo il risultato finale.
Da un giorno all’altro noi insegnanti ci siamo ritrovati ad entrare nelle case dei nostri allievi, conoscendo, come è giusto che sia, poco o niente di ciò che avviene al di là del riquadro della nostra videochiamata: ci siamo ritrovati a chiedere loro di eseguire scale, vocalizzi e brani, ma soprattutto di mostrare i loro errori e le loro fragilità alle orecchie di familiari, parenti e vicini di casa, non posso fare a meno di pensare cosa sarebbe successo se fosse capitato a me.
Da questa considerazione, mista ai più ovvi problemi dovuti ad alcune connessioni internet non proprio velocissime e all’onnipresente latenza, ho tentato di spostare il focus della lezione sullo studio di tutto ciò che si possa oggettivamente definire “giusto” o “sbagliato” senza che vi sia il coinvolgimento di una componente troppo personale: intervalli, scale, tonalità dei brani, strutture, repertorio da scegliere. Naturalmente, a seconda delle varie situazioni, ci sono stati anche allievi che sono stati molto felici di cantare, anche amplificati con casse e microfoni dentro casa.
Da questo nasce la mia seconda considerazione: mi sono resa conto di quanto, come sempre, sia fondamentale (almeno per me) comunicare con gli allievi in modo diretto, chiedendo loro un continuo feedback sulle loro sensazioni, poiché se è vero che chiunque insegni è stato ed è, in prima persona un allievo, un cantante o un musicista, è anche vero che ciò che funziona per noi non può funzionare per tutti, ed avere degli allievi presenti e concentrati sull’ascolto e la percezione di ciò che fanno si rivela, durante le lezioni online ancor più fondamentale.
Chiudo questa piccola parentesi personale e didattica con un sentito ringraziamento a tutti i miei allievi che hanno dimostrato una curiosità, una collaborazione, un’entusiasmo ed uno spirito di adattamento incredibili, se questo termine che va tanto di moda non continuasse a ricordarmi un pezzo di ferro deformato dall'urto direi che il miglior esempio di resilienza che abbia visto in questo periodo difficile siete stati voi.

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In foto: il laboratorio vocale della scuola "I Love Music". Non potendo cantare insieme per ovvi motivi di latenza e controfase abbiamo modificato i nostri incontri con nozioni ed esercizi di teoria musicale, "gare" online sul riconoscimento degli intervalli, ear training, trasporto dei brani nelle tonalità più adatte, studio delle strutture e delle armonizzazioni vocali.

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